Quante volte si è parlato della possibilità di vedere animali da compagna in ospedale? Arriva il sì che in moltissimi aspettavano.
Gli animali da compagnia sono sempre più considerati lo strumento migliore per curare la depressione da malattia. Oggi questo vale ancora di più.
Chiunque abbia avuto un cane e/o un gatto, per fare due esempi, sa come questi riescano a essere solidali con noi nei momenti difficili. In grado di donare solo amore, chiedono poco per dare tantissimo e sicuramente sono terapeutici. Questo è assodato ormai da tanti anni e da ricerche scientifiche che appaiono abbastanza chiare.
Oggi vogliamo parlarvi di una novità che potrebbero rivoluzionare il nostro paese dal punto di vista della sanità. Ci auspichiamo che questo episodio possa essere preso da esempio da diverse regioni per una generalizzazione che diventi normalità come è in tanti altri paesi. Oggi diventa dunque impossibile fare finta di niente, evitando di capire quanto questi amici a quattro zampe possano essere fondamentali nel momento in cui siamo più fragili, quello della malattia.
È interessante riflettere, sotto diversi punti di vista, sulla presenza di animali da compagnia nell’ospedale. Questo perché potrebbero essere, se non la soluzione, quantomeno un modo per alleviare le sofferenze dei pazienti.
L’Asl Toscana sud-est ha specificato, come riportato da Ansa, questo ragionamento: “È dimostrato che gli animali calmano l’ansia, trasmettono calore affettivo e aiutano a superare stress e depressione“. Per questo è stata lanciata una procedura aziendale per andare a regolamentare le visite degli animali d’affezione negli ospedali e nelle rsa del territorio per favorire quella che è “l’umanizzazione delle cure”.
Ovviamente si agirà in totale sicurezza per il personale sanitario e chi è degente, l’accesso degli animali arriverà in seguito a una richiesta, fatta eccezione per pronto soccorso, neonatologia, aree ambulatoriali, dialisi, prelievo, ristoro, day hospital e sale operatorie dove la presenza di un animale potrebbe essere dannosa.
Il direttore generale dell’Asl Toscana sud est, Antonio D’Urso, ha specificato: “È un progetto che abbiamo voluto fortemente per tutte le persone che affrontano un percorso di cura e assistenza nelle nostre strutture. Ed è frutto di un percorso condiviso con i dipartimenti di prevenzione, del territorio, dei servizi sociali, con le zone distretto e i presidi ospedalieri”.
Aggiunge il direttore del dipartimento prevenzione Giorgio Briganti: “La procedura aziendale regolamenta in modo sicuro l’ingresso degli animali nel totale rispetto delle persone degenti e del benessere dell’animale stesso”.
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